Quante volte avete cercato la solitudine nei momenti di maggior fatica nell’affrontare relazioni sociali e magari avere affermato “Voglio ritirami sulla cima di una montagna!”? Senza bisogno di soluzioni drastiche, vi porto su un ripiano di roccia a strapiombo sul Lago Maggiore dove sorge un luogo di meditazione da cui si gode una vista indimenticabile, che rasserena l’animo.
L’Eremo di Santa Caterina del Sasso, è stato fondato nel XII secolo dal Beato Alberto Besozzi, mercante scampato a un naufragio sul lago, che fece edificare una cappella votiva a Santa Caterina d’Egitto, dove il suo corpo è custodito ancora oggi. Nel XIV secolo vennero aggiunte le chiese di San Nicola e Santa Maria Nova.
L’Eremo prende il suo attuale nome da un evento “miracoloso” accaduto all’inizio del Settecento, quando cinque enormi massi rimasero sospesi tra le travi delle cappelle senza causare alcun danno al corpo del Beato. Rimasti al loro posto per due secoli sono stati rimossi nel 1910.
Il panorama che si gode da Santa Caterina è a dir poco meraviglioso – Belgirate, Stresa, le isole e il golfo Borromeo – tanto da aver sedotto per secoli i visitatori che facevano tappa sul Verbano durante il Grand Tour.
Di proprietà della Provincia di Varese, ma attualmente gestito da oblati bendettini, è raggiungibile percorrendo 268 gradini in discesa – ma se avete difficoltà non preoccupatevi, troverete un ascensore nascosto nella roccia – oppure e arrivando via lago grazie alle corse della Navigazione Lago Maggiore.
Potete consultare gli orari d’apertura dell’Eremo e trovare tutte le informazioni necessarie sul sito www.santacaterinadelsasso.com.
Il consiglio gourmet
Osteria del Sass
Sulla via da o per l’Eremo potete fermarvi a Besozzo all’Osteria del Sass (Via Sant’Antonio, 17/b, tel. 0332 771005, www.osteriadelsass.it). Vi chiederete se questo Sass e i massi di Santa Caterina sono imparentati. La risposta è no. Il Sass di Besozzo è una salita pedonale che collega le parti Inferiore e Superiore del paese. Non mi dilungo su quanto questa strada su quel che rappresenta per me. Mi soffermo invece su Costantino Di Claudio che ha aperto questo ristorante quindici anni fa e propone una cucina, etica e sostenibile, con prodotti locali e prezzi che mettono il cliente in condizione di consumare un pasto di tre portate con vino e acqua a una cifra modica (25 €) in ambiente intimo, raccolto e elegante, con ottima musica a volume gradevole e luci soffuse.
Frequento questo ristorante da anni e posso dire di non aver mai assaggiato un solo piatto che non fosse più che perfetto. Una cucina curatissima, frutto del lavoro di “un uomo solo in cucina”, lo stesso Costantino. Una continua ricerca sulle materie prime, sempre di ottima qualità con un’attenzione particolare ai temi del km 0 e della sostenibilità ecologica ed economica, si accompagna al garbo dei sapori. Se avete delle domande sottoponetele allo chef. Appena gli sarà possibile passerà in sala per conoscervi e rispondervi.
Al posto degli antipasti troverete le tapas, grazie a cui sarà possibile assaggiare molti capolavori in miniatura. Il menù che cambia frequentemente è composto da tre primi, tre secondi, selezioni di formaggi e selezione di dolci più un piatto fuori menù.
L’ingresso del ristorante è sulla Via Sant’Antonio ma il parcheggio è quello delle Scuole Medie G. Adamoli. Se quando scendete dalla macchina vedete un faro non preoccupatevi, non sono allucinazioni. Si tratta del monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale. La lanterna è funzionante e occasionalmente viene accesa la sera. Uno spettacolo insolito ma molto suggestivo.