I fenomeni culinar-mediatici milanesi suscitano in me sempre un grande interesse. Dalla fine di giugno non si fa altro che parlare di Dry, la nuova pizzeria/cocktaileria di Andrea Berton (già Pisacco) che viene da molti sponsorizzata (il termine scelto non è esattamente casuale) come la pizzeria che dopo millenni ha portato finalmente a Milano un’introvabile pizza napoletana.
…Ma davvero non siete ancora riusciti a trovare una pizza napoletana a Milano? Per carità, anche io la pizza perfetta in città non l’ho ancora mangiata (a Varese sì!) ma di sicuro non è nemmeno quella di Dry. La pizza di Berton, a mio avviso, si colloca esattamente nella categoria delle accettabili. Buona insomma, ma niente di eccezionale, e di sicuro ben lontana da certe pizze che ho mangiato a Napoli. Nessuno mette in dubbio la lavorazione, la lievitazione, gli ingredienti e tutto il resto, ma non ci ha esattamente convinto.
Dove si trova: via Solferino 33, zona Moscova
http://www.drymilano.it/
Tipologia del locale: Cocktails & pizza
GLI SPAZI: Il fatto che si sponsorizzi prima come “Cocktails” e poi come “pizza” forse doveva metterci in guardia. L’ambiente non è a nostro avviso esattamente accogliente. Tutto il locale è molto cupo, davvero poco luminoso e dà poco l’idea di un posto piacevole in cui trascorrere una serata tra amici mangiandosi una gustosa pizza. È più, per l’appunto, un posto da cocktail, tanto è vero che all’entrata subito vi si parano davanti: a) una gentil donzella che vi chiede se avete prenotato il tavolo, come in discoteca; b) il bancone del bar. Solo dopo un lungo corridoio si arriva alla zona pizzeria.
IL CIBO: Come detto in anticpo, buona, ma non entusiasmante. Non abbiamo poi amato la scarsità della scelta perché se è vero che la giustificazione può essere la selezione stringatissima di prodotti di alto livello è altrettanto vero che mi costringi a mangiare pizze con accostamenti che possono non incontrare il mio gusto. La scelta proposta è tra Marinara, Margherita e Margherita con Bufala, Bianca con fior di latte, alle quali si può aggiungere Prosciutto crudo di Parma 24 mesi, Prosciutto cotto nel forno a legna, Cipolla brasata, Ventresca di tonno, Olive Taggiasce, Capperi e origano. Ma ci sono anche le pizze dello chef: Calzone bianco, Verdure grill, Scalogno al sale, Pancetta arrosto, Salmone affumicato, Acciughe del Mar Cantabrico. Noi abbiamo preso un calzone bianco, 1 verdue, 1 bufala, 1 scalogno al sale. Fatta eccezione per il calzone, che era davvero troppo troppo pastoso, le altre pizze non erano male. Hanno anche delle bibite particolari, ma molto impegnative. La Ginger beer, allo zenzero, era esageratamente forte.
I PREZZI: le pizze dello chef costano dai 9 ai 10 euro. Non poco ma nemmeno tanto, il prezzo ci può anche stare. Ci lascia invece più perplessa l’aggiunta degli ingredienti sulle pizze base perché se sulla pizza Margherita (7 euro) volessimo aggiungere, per esempio, il cotto (5 euro) e le olive taggiasche (4 euro) pagheremmo ben 16 euro una pizza. Veramente eccessivo, anche se di qualità.
ALTRO: Non ci è stato possibile prenotare, per ragioni ancora a noi sconosciute, il tavolo alle 21. La motivazione? Non c’era, semplicemente non si poteva. Bah. In compenso, ci hanno portato una birra che non era affatto buona e, dopo aver chiesto di cambiarla, non ce l’hanno fatta pagare.
andre
A Varese Piedigrotta?
eatitmilano
Sì, per me per ora è senza dubbio la migliore! Ma se ne hai altre da suggerire ben venga 😉
andre
Paradiso della pizza a Vimercate: grandi farine, lievito madre e materie prime di qualità. Concordo su Piedigrotta: assaggiata di recente e davvero sopra alla media.
Tric-trac a Legnano l’ho testata solo una volta (impasto base): da approfondire, diciamo che non mi ha stupito ma è davvero una signora pizza. 🙂