Ogni volta che avvisto qualche prodotto insolito lo acquisto per pura curiosità. In parecchi casi il prodotto insolito rimane sul ripiano della dispensa in attesa dell’idea più o meno geniale. Questa volta l’attesa è stata lunga ma ne è valsa la pena: da una bottiglia di acqua di rose scovata nell’area etnica del supermercato è nata una squisita variante del celebre e semplice dolce al cucchiaio, ottimo in tutte le stagioni: la panna cotta.
Basta chiudere gli occhi mentre se ne assapora un fresco bocconcino per sentire la delizia del sapore e del profumo di rosa. Come diceva una vecchia pubblicità “Provare per credere!”.
Con questa ricetta partecipiamo al contest A tavola con il Nobile indetto dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Il consiglio di abbinamento per questo dessert è un ottimo bicchiere di Vin Santo di Montepulciano 2003 dell’azienda Gattavecchi dal color giallo ambrato e dal profumo intenso di frutta secca. Per me il Vin Santo è sinonimo di cantucci alla mandorla, da cui l’idea del croccante di mandorle e miele che trovate sulla superficie della panna cotta.
Ingredienti (per 6 coppette da 100 ml):
– 500 ml di panna liquida
– 100 ml di acqua di rose
– 150 gr di zucchero al velo
– 8 gr di colla di pesce
– 40 gr di mandorle in scaglie
– 50 gr di miele
Preparazione: Mettete in ammollo in acqua fredda i fogli di colla di pesce per una decina di minuti.
Scaldate in un pentolino a fuoco basso e senza mai far bollire la panna a cui avrete aggiunto l’acqua di rose. Incorporate lo zucchero al velo e fatelo sciogliere.
Strizzate bene la colla di pesce e fatela sciogliere mescolando nella panna e acqua di rose. Versare negli stampini e lasciar rapprendere in frigorifero per almeno cinque ore.
Scaldate in un pentolino il miele e aggiungete le mandorle che imbiondiranno in pochi istanti spegnere e disporre sulla panna cotta ormai solidificata. Rimettere in frigorifero per un’altra mezz’ora per permettere al croccante di solidificare. Gustare in una sera di una bella giornata d’estate, circondati da persone amabili.
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