Petunia, amante della misuratezza gastronomica dell’Impero del Sol Levante, è molto puntigliosa sulla cucina giapponese. Leggete cosa vi racconta oggi.
Ci eravamo già stati ma avendo avuto l’occasione di scendere nei dettagli di una degustazione guidata tra alcuni piatti della Bento Experience accompagnata da vino, birra e sake vi vogliamo raccontare quel che ci ha accolto da Bento Sushi, ristorante reso celebre dalla reinvenzione dei classici della cucina nipponica.
Per cominciare Hotate Kai una capasanta scottata adagiata sulla sua coquille Saint–Jacques e accompagnata da una julienne di cetriolo e del Salmone Tataki con salsa di miso e sake accompagnati dalle bollicine di un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Col Vetoraz. In casi come questo ti rendi conto che è la scelta di materie prime eccezionali a rendere celebre e speciale un ristorante. La capasanta e il salmone erano ottimi, la loro naturale consistenza burrosa è stata valorizzata al meglio da condimenti delicati e abbinati impeccabilmente. Per me la cena poteva considerarsi chiusa qui tanto mi sono sentita appagata.
Ma proseguiamo con il D-Light, roll di salmone, hiyashi wakame,gambero cotto, mango servito con la sua salsa e accompagnato da una birra Kirin.
E il trittico di Miyako – tartare di capesante, avocado, tobiko nero, ikura, lime, salsa ponzu -, Iki – tartare di gamberi dolci, olio tarturafo, uova di quaglia, tobiko, cetriolo, riso – e Okinawa – anguilla giapponese grigliata, mango, ikura, riso – degustati sorseggiando un Takara Sierra Cold Sake. Ammetto che il sake non mi è mai piaciuto ma in questo caso si è trattato dell’abbinamento perfetto per valorizzare le capesante, il gambero e l’anguilla. (Cancellare dal libretto nero la voce sake. “Si – può – bere!” come direbbero in Frankenstein Junior).
Attesissimi la Bentosfera con tonno, salmone, branzino scottato e il piatto che da tempo mi incuriosiva e per cui Bento Sushi è famoso: il Sushi Burger! Un complesso di riso, salmone, tonno, avocado, tobiko accompagnato da una deliziosa salsa. Dimensione poco in linea con la misuratezza quasi filosofica del cibo giapponese: per mangiarlo è stato necessario distruggerlo poco elegantemente. Fruizione a parte, mix di sapori misurati e calzanti, accompagnati dal Riesling Les Hospices del 2008 di Gérard Neumeyer . Perfino io che notoriamente capisco poco o nulla di vini mi sono resa conto di quanto fosse, oltre che squisito, adatto ai sapori del piatto.
Per concludere un sorbetto al mandarino tardivo di Ciaculli (tanto per non sentir la mancanza delle Sicilia) profumato ma con una nota verde non troppo dolce, esattamente come piace a me, accompagnato dal liquore Zen23. Se andate pazzi per lo zenzero datemi retta e procuratevene almeno una bottiglia.
Arigato!
[…] qualità della cucina si arricchisce. Accanto al sushi, al sashimi e alle proposte della Bento Experience, fanno la loro comparsa i piatti slow cooking cotti a bassa temperatura – inferiore a 75°-, […]