Perché la cucina di buona qualità è passione e impegno. E David Ranucci ha saputo raccontarmi con parole nuove qualcosa che già da tempo ipotizzavo.
Prendi un oste, come orgoglioso si autodefinisce, con la vocazione al racconto e una tradizione di famiglia di tutto rispetto. Fagli aprire in un angolo di Porta Romana, a Milano, non uno, non due, ma due ristoranti e un altro locale che è molto di più. Fatti raccontare come si fa a portare avanti un’idea di fondo da più di dieci anni e avere successo. Un gran bel successo. Che nel 2007 diventa internazionale. E che ha intenzione di crescere ancora e di diffondere le tradizioni della propria terra: dopo Osteria del Mare a Montecarlo e Quinto Quarto a New York il prossimo locale sarà in Florida.
Il pubblico dei racconti di David Ranucci è stato un gruppo di food blogger accolti con genuina ospitalità all’Osteria Casa Tua (Via Muratori, angolo Via Corio) la sera del 27 settembre. A due passi da Giulio Pane e Ojo, il primogenito. Dall’altra parte della strada Abbottega, la bottega aperta da colazione a notte che è anche bar, ristorante, stuzzicheria, norcineria, wine bar e, da sabato 29 settembre, luogo in cui consumare un brunch, anzi un “ABbrunch”, con un menù a metà strada tra l’Italia Centrale e NYC.
Mr Ranucci è un oste che ha capito qual è il vero spirito per piacere a tanta gente in Paesi diversi. Raccontare se stesso, il suo modo di vedere il mondo, le sue radici familiari, con piatti a base di prodotti cercati con attenzione quasi maniacale presso produttori di Toscana, Umbria e Lazio.
Seduti tra muri con mattoni a vista decorati con targhe e memorabilia di latta, veniamo invitati servirci (“anche con le mani, non siate timidi”) di prodotti della tradizione centro-italica. Non solo i salumi e formaggi dai celebri sapori, ma anche piatti e prodotti poveri, propri della tradizione rurale.
Protagonisti di questa serata all’insegna dell’autunno una particolare pezzatura di porcini, detti a bottoncino, direttamente dai Monti Cimini nel Viterbese: una rarità, causa scarse precipitazioni estive nell’Italia Centrale, che lo chef Calogerino ha impiegato nella preparazione di un’acqua cotta alla viterbese e di tonnarelli all’uovo conditi con salsiccia.
L’acqua cotta è una zuppa con il sapore dei tempi andati: un soffritto d’aglio, cipolla e pomodoro, pane raffermo, brodo, il tutto legato con un uovo e in quest’occasione arricchito con i porcini e – perché no?- con una spolverata di pecorino. Una vera e propria squisitezza!
E tra una fetta di spalletta, salume povero ma gustosissimo, un bocconcino di pecorino romano e la ciccetta (pasta di salsiccia di maiale, rigorosamente allevato a ghiande) spalmata su pane sciapo tiepido, sorseggiando uno Syrah Principe Pallavicini del 2008, ascoltiamo il nostro ospite raccontare con entusiasmo del progetto di apertura del nuovo ristorante a Miami.
Per un assaggio dolci ci spostiamo dall’altra parte della strada: Abbottega è affollata di allegria, la quintessenza della convivialità.
E quale miglior ricordo della serata se non un perfetto biglietto da visita della “Ranucci filosofia”? Un sacchetto di carta con tre salsicce. Come se l’avesse nascosto nella nostra borsetta la nonna, per non far dimenticare il sapore dei piatti che si cucinano a “casa tua”.
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