Di Trippa (www.trippamilano.it, via Giorgio Vasari 3, zona porta Romana) ne hanno parlato tutti, per tanto, quasi fino allo sfinimento.
Elogi, elogi e ancora elogi.
Chissà in quanti si saranno domandati: per la miseria, che sarà mai sto Trippa!? Ecco, ora posso anche io darvi la risposta: Trippa è ufficialmente uno dei posti imprescindibili di Milano!
Ma dico io, perché mai ho aspettato tanto ad andare a provarlo? Ebbene sì, questo ristorantino che vede alla guida Pietro Caroli e in cucina chef Diego Rossi con la sua brigata è veramente sensazionale. Perché è una trattoria, dove si sta bene, ci si sente a casa e si viene anche coccolati un po’. Perché i piatti sono praticamente tutti pazzeschi e Diego Rossi è capace di far mangiare le frattaglie anche a chi come me pensa(va) di amarle molto poco. Ma non solo: arriva a farti dire che sono davvero buonissime! E poi, ultimo ma non meno importante, perché nonostante si mangi davvero benissimo, si spende una cifra ragionevolissima.
La carta cambia ogni giorno perché i piatti vengono cucinati secondo mercato. Poche le proposte sempre presenti, che in effetti rappresentano proprio gli imperdibili di Trippa: vitello tonnato, midollo alla brace e, ovviamente, la Trippa, fritta o del giorno. Noi abbiamo provato il mitico vitello tonnato, che merita tutto l’assaggio, e la Trippa del giorno (al sugo, per noi), davvero fantastica.
A corollario degli “ever green”, dicevo, ogni giorno piatti diversi. Noi abbiamo avuto la fortuna di assaggiare una deliziosa Cipolla con fonduta di Castelmagno, agretti e liquirizia, la Battuta di Fassone di Martini alle nocciole e il Diaframma di cavallo alla brace e tuberi di stagione al tamaro: una bomba, degno del miglior filetto, cucinato alla perfezione, una vera scoperta. E non solo: c’è anche la possibilità di scegliere il fuori carta, un piatto a sorpresa “in base alla disponibilità e all’umore dello chef”… sareste pronti a rischiare? 😉 Ma quando abbiamo visto passare il risotto alla milanese col midollo alla brace le papille gustative di sono accese solo alla vista. Di sicuro torneremo per provarlo, sperando fortissimamente che sia in carta.
E che dire dei dolci? Nella loro semplicità hanno quel guizzo in più difficile da trovare al ristorante: si meritano proprio di chiudere un pasto come quello che puoi fare da Trippa. La nostra crème brûlée allo zabaione ci ha lasciato una bocca splendida.
Giusto spendere qualche parola, infine, anche sul servizio che, a dispetto di quanto letto spesso sul web, io trovo appropriato e cordiale: Pietro, il padrone di casa, è sempre gentile e presente, il resto del personale è premuroso e preparato, oltre che pronto a consigliare, se richiesto. All’arrivo vengono serviti taralline e olive – gesto da noi apprezzatissimo – e il pane è quello del Panificio Grazioli di Legnano, che come sapete io amo molto ed è per me sinonimo di ricerca e qualità.
Infine, un po’ di prezzi: per gli antipasti si spende circa 11/12 € (ricordando che la carta cambia ogni giorno), per i primi 10/12, secondi a circa 16 euro, vitello tonnato 13, trippa 11 e midollo alla brace 5. Il fuori carta può costare tra i 10 e i 20 euro, le verdure “quel che passa il convento” (secondo disponibilità del giorno) 6,50, così come i dolci.
Un consiglio: prenotate in anticipo! La loro fama li precede.
Trattoria Trippa
via Giorgio Vasari, 3 – Milano
www.trippamilano.it
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