Ha aperto a due passi da Porta Romana (viale Sabotino, 9) Mariù Kebab (foto Facebook), una kebabberia tutta italiana che coniuga la tradizione turca con i prodotti gourmet del nostro Paese.
Il punto di forza di questa “kebabberia gastronomica“, così si fa chiamare, è, nemmeno a dirlo, la carne: “La carne non tritata, infilata nello spiedo a pezzi interi, scelti uno ad uno, italiana al 100% di pollo o di vitello, è realizzata su nostra ricetta, appositamente per noi, ed è condita solo con sale, pepe, rosmarino e salvia, senza aggiunta di conservanti, insaporitori o aromi chimici“, si legge sul loro sito.
100% Italiano, 100% di qualità.
Un concetto già applicato da un altro locale molto molto simile a dire il vero, il Nun di Porta Venezia, di cui vi avevamo parlato qui. Poco male, nel panorama milanese c’è spazio per tutti. Non solo la filosofia, ma anche l’approccio alla creazione del proprio kebab è praticamente lo stesso tra i due locali:
– si sceglie il tipo di kebab con i prodotti classici (come lattuga, cipolla o pomodoro) o gastronomici (frutti del cappero, friarielli, nduja e altro)
– scegli il tipo di carne (c’è anche la variante vegetariana)
– poi è la volta del pane (tra panini e piadine apprezzata è la possibilità di scegliere anche la puccia salentina)
– e infine, se vuoi, puoi fare ulteriori aggiunte.
Il primo nostro approccio con Mariù è stato molto piacevole. Buono il panino con vitello, rucola, salsa tonnata e fiori del cappero, più “italiano”, ma buonissima anche la piadina con vitello, carote, salsa yogurt, cipolla rossa e stracchino, che con la cipolla risulta un po’ più “tradizionale”. Consigliamo solo di aggiungere un poco più di salsa, che al palato era poco presente.
Mariù, well done, insomma.
Fa storcere un po’ il naso soltanto il prezzo: se ci si accontenta del kebab base si spendono 4,90 euro, ma con le aggiunte (tante, per carità) si può arrivare a pagare un kebab anche sui 10 euro. Va bene l’essere “gastronomici”, o gourmet che dir si voglia, ma il kebab è sempre il kebab e ci piacerebbe che il prezzo fosse un po’ più popolare.
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