Leggo con orrore che il ristorante Aphrodite di Nizza, in Boulevard Dubouchage, si è guadagnato la sua prima stella Michelin. No, non l’ho provato e mai ci andrò. Perché questo ristorante cucina con ingredienti alquanto originali: gli insetti.
Orbene, io provo quasi tutto, ma gli insetti no, proprio non ce la faccio. Ma vediamo cosa c’è nel menu di Aphrodite: farina di vermi grigliata con zucca e polenta al gusto di nocciole e arachidi, pastafrolla con grilli e farina saracena… no mio caro chef David Faure, te li mangi tu.
Il prezzo? Il menu degustazione costa 59 euro. Nemmeno se pagano loro me per mangiarli ci vado. Come dite? Tutti gli insetti sono biologici? Ah beh, allora… Pare sia il ristorante più gettonato di Nizza, soprattutto da quando ha inserito questo menu Alternative Food. Un dettaglio che mi ha fatto piuttosto riflettere.
Perché se per diventare famosi abbiamo bisogno di stupire non con le materie prime, la qualità e la ricerca ma con la stravaganza allora c’è qualcosa che non mi torna. Onestamente, vorrei sapere quanti di voi riuscirebbero a mangiare un piatto del genere con una certa nonchalance, magari affermando che sì, gli insetti danno davvero un tocco essenziale al piatto. Mi domando: perché David Faure ha fatto questa scelta? Lo chef è un professionista, l’ha fatto per stupire o perché davvero sono in un qualche modo un valore aggiunto? Faure, riporto da Repubblica.it, avrebbe rilasciato questa dichiarazione:
«Un giorno mi sono detto: utilizzerò insetti nel mio ristorante – spiega lo chef – e così è stato. Grilli essiccati,grigliati e vermi della farina sono ingredienti principali di diverse ricette. Ho trovato un piccolo produttore vicino a Tolosa che oggi è l’unico in Francia, e probabilmente anche in Europa, ad avere l’autorizzazione della Comunità Europea ad allevare insetti per uso commestibile, nutriti esclusivamente con alimenti biologici e vegetariani. A mio avviso questo tipo di cucina potrà risolvere nel futuro il problema dell’alimentazione a livello mondiale. Ma ci vorrà un po’ di tempo prima che la gente lo capisca».
Potrà risolvere – un giorno – il problema dell’alimentazione mondiale. Un giorno. Ma ora ne abbiamo bisogno? Cioè, sì, c’è un problema con l’alimentazione a livello mondiale. Ma noi, oggi, in Francia, Italia e dintorni, abbiamo BISOGNO di mangiare insetti?
…Ma soprattutto, il problema dell’alimentazione mondiale lo risolviamo con un menu da 60 euro di uno chef stellato?
Lisa
ommammia!
eatitmilano
ehm…. già. Bleah!
Lorenzo
Ho letto la tua recensione o meglio il tuo pensiero riguardo l’Aphrodite di Nizza. Non capisco perché le persone debbano parlare di qualcosa che non conoscono ed in modo prevenuto. Io trovo bellissima l’iniziativa di David Faure per iniziare a sensibilizzare la gente verso qualcosa, che alla fine è solo un preconcetto, come il mangiare insetti. Se ci pensiamo bene ci sono tante cose che potrebbero essere definite disgustose, ma che sono considerate normali solo perché sono utilizzate da anni nella nostra cucina. Basti pensare alle interiora degli animali, lumache, rane, anche i frutti di mare a pensarci non sono mica tanto belli (che differenza ci sarà poi tra un gamberetto ed una cavalletta..).
Prima di dare un’opinione mi hanno insegnato che bisogna provare. Io nei miei viaggi ho sempre assaggiato tutti i piatti locali e mi è successo più volte di provare nel sud est asiatico insetti, aracnidi e vermi. Devo dirti che la maggior parte dei piatti mi sono piaciuti (ragni in primis sono veramente squisiti). A parte per il prezzo ti dirò che mi piacerebbe veramente tanto provare la cucina creativa dell’Aphrodite. Tra l’altro parlando di genuinità di prodotti penso che probabilmente un allevamento di insetti è molto più sano di altri allevamenti di animali. In olanda già da qualche anno lo stato convenziona gli allevamenti di insetti a scopo alimentare (bassi costi di gestione, ottimi valori nutrizionali, pochi sprechi). Per sensibilizzare la popolazione ha anche deciso di inserire all’interno dei menù del parlamento un piatto di insetti ad ogni cena importante.
Posso essere d’accordo con te che un menù da 60€ non risolverà la fame del mondo, ma inizia far entrare nella cultura occidentale l’idea che gli insetti possano anche essere utilizzati per piatti da gourmet.
Il tuo articolo era una tua idea. Io ho cercato di porti la mia, sperando possa servire per aprire un po’ più la mente, anche se sto vedendo che non molte persone siano disposte a questi cambiamenti alimentari. Spero che se mai ti troverai nei luoghi di origine di questa cucina (Thailandia in primis), ti sentirai più a tuo agio a provare i loro piatti locali.
Ciao
eatitmilano
Ciao Lorenzo, ecco, vedi qual è il punto? non si può pensare di inizare a fare un commento dicendo “Non capisco perché le persone debbano parlare di qualcosa che non conoscono”. Ebbene sì, io voglio parlare di qualcosa che non conosco o conosco solo parzialmente perché voglio esprimere una sensazione. Dove sta il problema? Io ho detto la mia, ho scritto quello che pensavo prendendo subito una posizione ben precisa ma non ho mai impedito a nessuno di ribattere, anzi, ben venga. E non ho mai detto a coloro i quali mi hanno ribattutto in altre sedi “non capisco perché tu parli esprimendo un’opinione diversa dalla mia”. Si chiama mancanza di rispetto. Io ho un limite, gli insetti, e no, come ho già detto non li proverò mai perchè non riesco nemmeno ad avvicinarmi all’idea di mangiarli, nemmeno riesco ad averli vicino, figuriamoci un po’… E, sì, vale lo stesso per le interiora e tutto il resto. Di certo non andrò a dire a uno che non mangia i gamberetti che non capisce niente. Semplicemente penso che a lui non piacciano. Io sono per la libertà di pensiero, di opinione, di scelta. Tra le altre cose, anche in questo post ho fatto la scelta di provare a far riflettere su alcune questioni che si allontanavano dal mangiare gli insetti in senso stretto. Che piuttosto erano relative alla scelta dello chef di farlo, alla motivazione e al prezzo.
Te lo dico sinceramente, il tuo era anche un intervento sensato e intelligente, che avrei letto volentieri se non avessi iniziato in quel modo e non avessi concluso facendo “l’indrottinatore” (vedi “sperando possa servire per aprire un po’ più la mente”, chi ti dice che io abbia la mente chiusa? Forse tu sei più chiuso di me in altre questioni, chissà, non ci conosciamo). Peccato, si è persa una bella occasione di confronto.
Eugenio
Il problema che solleva il commento di Lorenzo è che questo non è un post in cui si manifesta un proprio gusto personale, ma vengono dati anche dei giudizi di merito sia sul senso di usare o meno gli insetti come ingrediente sia sul lavoro del gestore di un ristorante e sulle motivazioni che l’hanno spinto a una scelta del genere. Quello che voglio dire è che c’è differenza tra “io non lo mangerei mai” e il “non ha senso usarlo in cucina e chi lo fa è solo alla ricerca di notorietà”, soprattutto se non si è provato il prodotto in questione. Il nostro problema con gli insetti è principalmente culturale infatti al di fuori di Europa e Stati Uniti praticamente tutti gli altri stati hanno qualche piatto all’interno della loro cucina che includa insetti o simili (lo dice la FAO). Per questo motivo è vero che non si risolve la fame nel mondo con un menù da 60 Euro ma si comincia a introdurre un’idea nella mente della gente che piano piano magari prova e in alcuni casi apprezza la scelta. Questo porta ad investimenti nel settore e conseguente produzione e questo sì aiuta a combattere la fame nel mondo. Non dico che questo ristorante salverà l’Africa ma è un passo in una direzione necessaria, se non per noi, per una gran parte del pianeta. Detto ciò a me l’idea di mangiare gli insetti piace e quando ne ho provati non me ne sono pentito.