Dove si trova: Via San Gregorio, 46 a metà strada tra zona Centrale e Repubblica
Telefono: 02-6700479
Orari: Pranzo 12.30 – 14.30 ; cena 20.00 – 01.00. Chiusura cucina: 23.00
Chiusura sabato e domenica a pranzo.
http://www.osteriadeltreno.it/
Tipologia del locale: Osteria con piatti tipici della tradizione italiana
Ammetto che sono anni che invidio tutti quelli che mi dicevano “Son stato all’Osteria del treno. A te piacerebbe molto!” perché è uno di quei posti a Milano dove mi si vela l’occhio un po’ per la bontà di salumi e formaggi selezionati tra i presidi Slow Food un po’ per la nostalgia di quel che questo posto rappresenta. Finalmente si è creata la congiuntura astrale che ha portato Petunia a metter le gambe sotto al tavolo e a visitarne i gloriosi locali.
GLI SPAZI: Sono quelli della Società di mutuo soccorso tra macchinisti e fuochisti delle Ferrovie dell’Alta Italia, fondata il 1 maggio 1877 dietro i binari della vecchia Stazione Centrale di Milano che sorgeva nell’attuale Piazza della Repubblica. Due salette arredate sobriamente con una quarantina di coperti. E una splendida Sala Liberty per eventi e domeniche danzanti a base di milonga. Balconata, scalinata , ringhiere in ferro battuto e colonnine in ghisa, pavimento in graniglia madreperlato, un alto soffitto occupato dal trittico intitolato Il lavoro redento, progettato da Giuseppe Mentessi, uno dei più grandi pittori italiani di fine Ottocento, ed eseguito dai suoi allievi, Innocente Cantinotti, Guido Zuccaro, Alfonso Quarantelli e Antonio Rizzi. Non esitate a chiedere di poterla vedere, il personale è sempre disponibilissimo e vi troverete davanti ad un pezzo di Milano segreta ed emozionate. Tutta la città deve un sonoro grazie a Angelo Bissolotti, patron dell’Osteria del Treno, che alla fine degli anni Ottanta ha salvato la Sala Liberty dal degrado e dall’oblio.
IL CIBO: Cucina della tradizione italiana realizzata con prodotti tipici da materie prime straordinarie. Salumi e formaggi sono di una bontà commovente. Ben segnalati quelli provenienti da presidi Slow Food (la maggior parte per altro). Primi con paste fresche rigorosamente fatte in casa e secondi squisiti.
Abbiamo assaggiato per voi una selezione di salumi tra cui lucanica stagionata, mortandela della Val di Non e una fragrantissima mortadella classica, petto d’oca affumicato, speck d’oca, sasakà e una terrina di ciccioli d’oca.
Per chi avesse dubbi sul sasakà e vi confessiamo che ne avevamo anche noi, si tratta di un preparato originario della zona di confine tra Carnia, Carinzia e Slovenia a base di lardo e pancetta di suino, macerati nel vino insaporito con aglio per una settimana, successivamente affumicati e mischiati con lardo e ciccioli d’oca. Dopo esser stato macinato ed eventualmente aromatizzate con cipolla viene lavorato fino a renderelo cremoso. Da servire spalmato sul pane.
A seguire dell’Oca al ginepro con polenta bianca, del Brasato alla barbera con purè e 7 etti di una Bollito da favola che si è sciolto in bocca accompagnato da salsa verde, bagnet russ,salsa al rafano e mostarda di zucca.
Come dolce una delicata, forse troppo delicata, Sfogliatina di ricotta con salsa d’arancia e la buona Mousse al cioccolato.
Ricordatevi di chiedere se ci sono dei fuori menù. Potreste trovarvi ad assaporare delle gradite sorprese.
Si segnala una carta dei vini notevole.
I PREZZI: Spesa un po’ più alta della media ma giustificata dalla qualità e dalla quantità. Circa 40 € a persona mangiando a testa un antipasto, un secondo di carne (porzioni abbondanti), vino, dolce, caffè e spiriti.
ALTRO: A mezzogiorno il circolo dei lavoratori torna alla sua vocazione originale con un servizio self-service e i piatti serviti direttamente dalla cuoca.
Personale molto professionale di rara simpatia e cortesia.
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