Si è conclusa la sedicesima edizione di Ein Prosit nei comuni di Tarvisio e Malborghetto, quattro giorni di presentazioni, degustazioni, incontri e convegni. Quest’anno grazie a KitchenAid, main sponsor dell’evento, ho potuto partecipare anche io alla manifestazione che nel corso degli anni è diventata un polo d’attrazione per tanti appassionati di eno-gastronomia, accorsi nel Tarvisiano non solo dall’Italia, ma anche dalle vicinissime Austria e Slovenia. Questo territorio di confine, dal paesaggio incantato, che offre la possibilità di vivere la montagna in tutti i suoi aspetti e in ogni stagione, è ricchissimo d’influssi diversi dal punto di vista culturale – e eno-gastronomici quindi – dettati dalla sua storia.
Accanto ai classici laboratori e agli itinerari del gusto in cui grandi chef, ospiti dei ristoranti locali, hanno creato piatti in abbinamento agli eccellenti vini della regione Friuli-Venezia Giulia c’era un’altra possibilità, Welcome home: cenare nelle case tipiche del Tarvisiano, vedendo gli chef dei migliori ristoranti della regione all’opera nella cucina di una casa privata, aperte agli appassionati di eno-gastronomia dai loro proprietari.
La mia curiosità prima di varcare la soglia della casa di Paolo e Sonia era grandissima. Sono stata immediatamente accolta dalla musica jazz e dalle voci allegre degli altri partecipanti. In un attimo il buon cibo e buoni vini hanno fatto da amalgama tra me e un gruppo di perfetti sconosciuti. Sono socievole, ma mai avrei immaginato di trascorrere una delle serate più piacevoli degli ultimi anni facendo social-eating. Eppure è andata proprio così.
Inoltre mi chiedevo come lo chef stellato Alessio Devidè dell’osteria Altran di Ruda se la sarebbe cavata nella cucina di una casa privata, senza tutti i “comfort” di una cucina professionale.
Invece ha cucinato sotto i nostri occhi un menu strepitoso per dodici persone declinando il tema della contaminazione, usando solo un piano cottura a cinque fuochi e un forno KitchenAid Twelix Artisan – tre metodi di cottura, convenzionale, solo vapore e misto, con la possibilità di collegare numerosi accessori direttamente al forno per ampliarne le prestazioni -.
Il talento dello chef è stato evidente già da quei piccoli capolavori degli amouse bouche: le centrifughe di verdura trasformate in particole coloratissime e semi-trasparenti; un apparente dolcetto di pasta di mandorle era in realtà una polpetta di faraona e quello che aveva tutta l’aria di essere un grissino si è rivelato un sigaro pieno di mousse di baccalà.
Un grazie particolare a Guido Lanzellotti, patron dell’Altran, che ha colmato le mie lacune in materia di vini e mi ha dato la chance di assaggiare, con il dolce, un vino unico, prodotto solo nel 1959, il Solaria Jonica delle cantine Ferrari di cui potete leggere tutto qui.
Vi lascio con i piatti creati da Devidè e gli abbinamenti dei vini, con l’augurio di poter vivere prima o poi una (bellissima) esperienza come la mia.
Terrina di sarde in carpione e alghe
Marko Fon – Malvasia 2012
Grano mantecato alle erbe, zuppa fiori di zucchine, briciole croccanti
E. Guigal – Condrieu “La Doriane” 2011
Medaglione di agnello gratinato al pistacchio, tartara di fave, latte bruciato
Miani – Merlot Filip 2009
Cremoso al cioccolato, ciliegie allo sherry, gelato di fior di latte e tamarindo
Ferrari – Solaria Jonica 1959
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