E ancor più dolce se c’è di mezzo del cioccolato.
Resistere, resistere, resistere… e resistere al cioccolato, tentazione per eccellenza, è davvero arduo. Se poi lo si abbina ad un vino come l’Oro dei Goti, passito di uve moscato prodotto nella Repubblica di San Marino, la tentazione è doppia così come l’ardua sfida a resistervi.
Chi scrive, poi, non ha una grande forza di volontà, soprattutto se si tratta di cibo e vino…forse scriverne può in qualche modo arginare il senso di colpa (per quanto mi riguarda… questo sconosciuto…). E allora ci proviamo.
Un abbinamento, quello tra cioccolato e vino passito che può sembrare un po’ strano, soprattutto se si pensa ad un cioccolato bianco o al latte. I vini passiti o da meditazione in genere dialogano meglio con foie gras, formaggi strong, erborinati o piccanti, pasticceria secca. Il dialogo diventa possibile magari con un fondente. Eppure i partecipanti (me compresa) ad un pomeriggio di degustazione di vino e cioccolato nell’ambito di Chocotitano, manifestazione dedicata al cibo degli dei in quel di San Marino che ogni anno anima l’autunno sanmarinese con banchi d’assaggio ad alto tasso di dolcezza, hanno decretato all’unanimità il cioccolato di Modica abbinamento giusto ed equilibrato per questo vino del locale Consorzio di Vini.
Un vino passito che possiamo dire croccante come il cioccolato siciliano e che si ottiene da uve moscato appassite direttamente sulla vite e lasciate macerare per una notte (e non di più, sottolinea l’enologo del Consorzio, perché ne risulterebbe un vino più ruvido) sulle bucce. Segue poi fermentazione in acciaio e affinamento in barrique fino all’imbottigliamento. Nel bicchiere un colore giallo dorato, ambrato miele, al naso pienezza, calore e complessità di frutti canditi e frutta esotica. In bocca infine persistenza e leggerezza, mantiene una buonissima acidità, ancora miele e frutta candita, albicocca disidratata e uva passa che ritorna al palato anche qualche minuto dopo l’ultimo sorso.
Una bella scoperta l’Oro dei Goti anche perché generalmente non si pensa a San Marino come terra di vini. Un vino che deriva il suo nome da un corredo di gioielli appartenente ad una principessa, forse gota, vissuta tra il V ed il VI secolo dopo Cristo. Un importante tesoro archeologico che questa piccola realtà ha conservato per secoli fino al suo ritrovamento alla fine dell’Ottocento
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