Per un attimo sono tornata piccola piccola, nella drogheria della mia nonna, con tutti i cassettini etichettati con i nomi delle spezie, che ai tempi si chiamavano tranquillamente droghe. Non sono caduta in un buco spazio temporale ma ho ascoltato Liana Baccelli al The Hub Hotel che ci ha parlato in modo spontaneo e caloroso delle centinaia di spezie e erbe aromatiche che la Fabbrica Italiana Droghe importa e lavora.
Una carrellata su pepe nero, bianco e rosso, pepe di Szechuan (che attenzione non è pepe ma viene comunemente chiamato così per la forma della sua bacca), curry, cannella in stecca e il mitico Arromix (un battuto di sale marino, salvia, rosmarino e aglio) durante la quale Liana si è profusa in racconti, aneddoti e consigli. Prima di tutto se volete del pepe è meglio evitare quelli già ridotti in polvere ma preferire quelli in grani dotandovi di un macinapepe. Se invece trovate delle spezie scadute ne vostro armadietto della cucina cosa fare? Annusarle! Se emanano ancora dell’aroma potete tranquillamente usarle, mentre se sono inodori sarebbero semplicemente inutili per insaporire i vostri piatti.
E a proposito di curry, miscela di numerose spezie, in India ne esistono di improponibilmente piccanti per il mercato italiano ma la Fabbrica Italiana Droghe ne propone comunque ben cinque miscele diverse. Forse che abbia trovato un mio fornitore senza bisogno di andare fino a Londra per trovarne uno buono?
Nel corso della serata siamo stati intrattenuti dai piatti della brigata di cucina del Mirror Lounge capeggiata da Sandro Mesiti coadiuvato da Ernesto “Erny” Lombardo. Due parole su questo personaggio: chef monzù (storpiatura napoletana del francese monsieur, il cuoco di corte ner Regno delle Due Sicilie), scugnizzo dei fornelli, testimonial delle pentole in ghisa Le Creuset in cui ha fritto davanti ai nostri occhi una splendida paranza. Da vera fanatica di Le Creuset non potrò mai perdermi il suo libro in uscita presso Trenta Editore.
Straordinaria la birra del Birrificio del Forte di Pietrasanta (Lucca). Il logo è un nerboruto bagnante – il Forte- in costume inizio Novecento, le etichette sono una più bella dell’altra, le birre dai nomi peculiari -Gassa d’Amante, 2Cilindri,La mancina e Regina del Mare- hanno un gusto spettacolare. Non vi resta che assaggiarle! Inoltre se siete appassionati in materia tenete d’occhio il sito di In Fermento Festival delle Birre artigianali.
La Pasta Martelli di Lari (Pisa) è talmente buona che ad esaltarne la consistenza è bastato un semplice condimento con aglio, olio e peperoncino.
E come scordare la selezione di formaggi del Caseificio Marovelli di San Romano in Garfagnana (Lucca)? Grazie mille a Romina Marovelli del bagiolo usato nella preparazione del miglior flan di broccoli mai mangiato (uno di questi giorni vi proporrò la mia versione della ricetta). E se ve lo dice Petunia, credeteci!
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